L’INTERVISTA. Peppe Capaccione al traguardo delle 900 panchine e i ricordi da calciatore con Pinna e De Matteis.
“Nell’Alto Casertano e nell’Isernia c’è sostanza e programmazione societaria, ma per arrivare in fondo ci vuole anche una buona dose di fortuna, non escludo il Termoli ”.
La vittoria in esterno contro il Venafro rilancia il Termoli, che dopo la sconfitta nella prima giornata contro il Bojano sembrava fuori dai giochi. I risultati maturati nella seconda giornata mette in evidenza, che il mini torneo dell’Eccellenza si giocherà sul filo di lana fino all’ultimo secondo. Gli addetti ai lavori sono tutti concordi che è un campionato anomalo, anche se certi valori sono stati messi in evidenza e conferma che alcune squadre come l’Alto Casertano e il Città di Isernia hanno evidenziato la continuità del campionato e non dovrebbero fallire l’appuntamento con i playoff. Nella terza giornata c’è lo scontro diretto tra il Venafro e il Bojano: dentro o fuori per il Venafro che dopo due gare è ancora a zero punti. Il tecnico del team bianconero Peppe Capaccione, al taglio delle 900 panchine, fa una disamina del mini torneo: “E’ un torneo che ci vede con una rosa molto corta, tra infortuni e ragazzi che sono andati via, ho dovuto gioco forza far esordire molti under, circostanza penalizzante per noi, ma non per questo rinunciatari – dichiara il mister del Venafro -, contro l’Alto Casertana abbiamo tenuto bene il campo, potevamo anche passare in vantaggio, ma poi come spesso accade nel calcio l’esperienza e la forza della squadra alla fine viene fuori e siamo usciti sconfitti seppur di misura. Contro il Termoli ho dovuto schierare una squadra composta di sei undicesimi di ragazzi under alla loro prima esperienza nel torneo di Eccellenza – continua Capaccione -, ci siamo confrontati alla pari, ci è mancato il gol, ma purtroppo in avanti abbiamo poco peso specifico, non è stato un caso che avevamo preso Napoletano nella prima fase, loro sono passati in vantaggio alla fine del primo tempo e noi siamo stati costretti a rincorrere e lasciare spazi che il Termoli ha saputo sfruttare al meglio per fare il secondo gol e chiudere la partita”.
Hai incontrato l’Alto Casertano e il Termoli, chi può spuntarla alla fine?
“In tornei così corti, ci vuole sostanza, una panchina lunga e una buona dose di fortuna, perché è sufficiente un paio di infortuni e ti ritrovi penalizzato se non hai i sostituti alla pari di quelli che hai mandati in campo, in sostanza una rosa competitiva ti dà la possibilità di arrivare fino in fondo, ma con la partita secca è sufficiente un episodio che può cambiare l’andamento della gara, quando parlo di una buona dose di fortuna mi riferisco a questo”.
Non mi hai detto chi hai visto meglio il Termoli o l’Alto Casertano?
“Per qualità di calciatori vedo meglio l’Alto Casertano, poi l’Isernia anche se ancora non l’ho incontrato, ma ha una rosa di calciatori che conosco bene e può competere con l’Alto Casertano, al terzo posto vedo il Termoli, mi hanno parlato molto bene del Bojano che domenica sarà nostro avversario, come ho detto prima si può fare una scala di valori per la qualità del gruppo, ma poi nel contesto della gara può succedere di tutto e la brevità del torneo non ti dà la possibilità di recuperare, è un valore da non sottovalutare”.
Stai per tagliare 900 panchine, una esperienza che ti porta a valutare in modo immediato la qualità della rosa che ti mettono a disposizione?
“Sono da una vita nel calcio, da giocatore e poi da allenatore, lungo il mio viaggio di calciatore ho incontrato anche alcuni che hanno giocato nel Campobasso, come Bruno Pinna compagno di squadra nel Chieti e Rosario De Matteis che ci sentiamo ancora per telefono. Dopo anni da calciatore mi sono cimentato a fare l’allenatore, sono un professionista serio anche se alleno squadra dilettantistiche, e la mia lunga militanza nelle varie squadre mi permette di valutare dopo posso arrivare con il gruppo che mi mettono a disposizione, ma credo che il futuro delle società che vogliono investire nel calcio sono i giovani, e quello che stiamo facendo a Venafro, bisogna puntare su di loro perché le risorse economiche sono al lumicino”.