Figc Centri Federali Territoriali – Venerdì il taglio del nastro a Montenero di Bisaccia, dopo 8 anni quello di Castropignano rimane una incompiuta
Venerdì prossimo alla presenza dell’attuale presidente nazionale della Figc Gabriele Gravina e di altre autorità sportive e politiche, sarà inaugurato il Centro Federale Territoriale a Montenero di Bisaccia, rimane in standby quello di Castropignano che doveva essere pronto nel 2017.
Vi riproponiamo l’articolo pubblicato il 10 giugno 2020
“Con un investimento di 8,713 milioni di euro la FIGC dà il via al progetto dei Centri Federali per rendere ancora più viscerale il legame tra calcio e territorio: è il più grande investimento federale degli ultimi 60 anni”
Diventerà una nuova cattedrale nel deserto o l’eterna incompiuta? Parliamo del Centro Federale Territoriale situato nell’area del comune di Castropignano. Il taglio del nastro era stato programmato nel 2017, a due anni dagli inizi dei lavori. A distanza di cinque anni, la struttura è abbandonata, nessuno indizio di lavori in corso come mostrano le immagini, non si hanno notizie del progetto dell’altro Centro che doveva nascere nel basso Molise.
Vi riproponiamo uno stralcio delle dichiarazioni dei Dirigenti Federali dell’epoca, dopo che il Consiglio Federale del 22 ottobre 2015, all’unanimità aveva approvato l’istituzione dei Centri Federali Territoriali, progetto studiato e presentato dal Settore Giovanile e Scolastico su input della Figc. Il primo di questi centri è stato inaugurato al campo ‘Bruno Buozzi’ di Firenze, alla presenza del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, del dg Michele Uva e del presidente del Settore Giovanile e Scolastico, Vito Tisci. Queste le dichiarazioni dei presenti: “E’ la cosa piu’ importante delle decisioni di oggi – ha dichiarato Tavecchio -, con i centri Federali territoriali la Figc mette in pratica un consistente intervento economico finanziario e un contributo al sistema calcistico italiano, in più assolviamo a una funzione sociale sul territorio, l’aspetto agonistico, ma anche ludico, amatoriale e dilettantistico“.
Secondo Michele Uva: “Si tratta del piu’ importante passo tra quelli intrapresi finora, un progetto complesso, ambizioso e studiato sui modelli internazionali che ha portato a un modello italiano che segue quello tedesco a cui ci siamo ispirati, non pensiamo che sia un costo ma il piu’ grande investimento della Figc dopo il Centro tecnico di Coverciano” (del 1953).
Il contenitore del progetto, comprendeva la tempistica dei lavori – dal 2015 al 2020 – con un investimento totale di 8,713 milioni di euro e prevedeva a regime 200 Centri Federali Territoriali, e ogni anno 3500 riunioni e incontri informativi, 30 mila ore di lavoro, il coinvolgimento di circa 10 mila arbitri e 1.200 allenatori qualificati, il monitoraggio di 150 mila ragazzi e 3.500 ragazze. Il progetto prevedeva che in 10 anni potevano essere visionati oltre 830 mila calciatori e doveva essere inserito nel programma formativo più di 15 mila calciatori e 5 mila calciatrici. Nello specifico, il programma prevedeva lo sviluppo ed il consolidamento della tecnica individuale, l’applicazione della tecnica nelle situazioni di gioco e la formazione del calciatore ‘pensante’, con il massimo coinvolgimento dell’Aia per l’approfondimento delle regole e della promozione del fair play.