SPORT – Dal 1° luglio 2023 non ci sarà più il vincolo sportivo nei dilettanti.
La nuova riforma del lavoro sportivo implica novità nelle incombenze fiscali per le Società dilettantistiche sportive.
La riforma del lavoro sportivo, a cui ha lavorato prima l’ex ministro dello sport Vincenzo Spadafora e poi la sottosegretaria con delega allo sport Valentina Vezzali è stata approvata dal Consiglio dei Ministri con un decreto legislativo correttivo.
Ma non c’è solo l’abolizione del vincolo sportivo, che sarà operativo dal 31 luglio 2023. Il provvedimento voluto da Spadafora e la Vezzali prevede infatti tutele per istruttori, tecnici e sportivi dilettanti. Chi percepirà infatti cifre sotto i 5.000 euro all’anno non pagherà alcuna tassa, fino a 15.000 verserà solo i contributi previdenziali, oltre i 15.000 pagherà, invece, anche quelli fiscali. C’è da dire, a tal proposito, che la FIGC continua a chiedere alcune modifiche.
Il testo, riscrive la disciplina del lavoro sportivo dilettantistico. La soglia esentasse scende, da 10mila a 5.000. Sotto questa cifra non si applicano né ritenute previdenziali né ritenute fiscali. Per andare incontro alla società dilettantistiche il nuovo decreto prevede che fino al 31 dicembre 2027 la contribuzione previdenziale è dovuta nei limiti del 50% dell’imponibile contributivo e la prestazione pensionistica è ridotta in maniera equivalente.
Novità su controlli e assicurazioni – La nuova riforma sul lavoro sportivo chiarisce che le regole per i controlli sanitari e l’idoneità psicofisica saranno definite da un DPCM. In sostanza, non saranno più le federazioni a stabilre modalità e termini. Il testo specifica per gli infortuni, la riforma mette da parte l’INAIL nella determinazione dei premi. Sarà un Decreto del Ministero del Lavoro, insieme all’Autorità delegata allo sport a determinarli, senza tener conto dei compensi percepiti, il testo, infine, stabilisce anche l’obbligo di copertura per responsabilità civile per i volontari.