Calcio a 5. Chaminade, il presidente Rossi e il vice Scarnata scrivono al Commissario
Mai ci saremmo immaginati di giungere a questa situazione, al presidente Franco Bossi e al patron e vice presidente Domenico Scarnata il compito di spiegare le motivazioni che sono alla base della lettera fatta pervenire alla Divisione Calcio a 5 da parte di tutta la società Campobassana.
Purtroppo abbiamo provato in ogni modo a dialogare con la Divisione e con le altre società ma senza successo. – spiega il presidente Franco Bossi – Gli ultimi comunicati ci costringono a tornare in campo in un momento in cui tutto il resto sembra fermarsi, tolti i professionisti, gli sport di contatto sono fermi”. L’ultimo protocollo emanato non ha dato certezze e tranquillità alle società, spiega il numero uno della Chaminade: Gli organi federali vorrebbero farci credere che siamo dei professionisti obbligandoci a seguire lo stesso protocollo che attualmente viene applicato nel calcio di serie A, non siamo né la Juventus né l’Atalanta né la Roma, per citarne alcune. La nostra squadra e la nostra società è composta da persone che nella vita non fanno né i calciatori né i dirigenti, ma fanno altro. Mi sembra immorale, viste le condizioni attuali mettere a rischio la salute di tutti per “rincorrere un pallone”. La soluzione migliore era fermarsi e riprendere tutti insieme solo quando le condizioni sanitarie, effettivamente, lo consentano. La Chaminade Campobasso ha ottenuto nelle ultime stagioni risultati di prestigio, non solo con la prima squadra ma anche con il settore giovanile. La Divisione ha previsto per il prossimo 10 gennaio la partenza del campionato Nazionale Under 19, ricordo che le squadre sono formate da ragazzi in età scolare, ad oggi questi sono costretti a fare didattica a distanza. – chiude il presidente – sinceramente credo che quello che ci chiede la Divisione sia veramente assurdo. Il movimento del futsal e dello sport in generale sta vivendo un momento di grande instabilità. Nonostante le autorità competenti e le federazioni abbiano emanato una serie di protocolli per cercare di prevenire il contagio e superare questo momento particolare nel migliore dei modi e nonostante ci sia da parte di tutti la voglia di tornare al più presto alla normalità, un tampone fatto il giovedì non può garantire l’immunità in campo.
Il vice- presidente della Chaminade Scarnata ha dichiarato: Credo che ci siano poche alternative, visto il momento e le attuali condizioni sanitarie, le uniche soluzioni possibili sono quelle di congelare il campionato almeno fino a gennaio inoltrato oppure là dove sia impossibile farlo, capire come affrontare seriamente l’attuazione del protocollo secondo alcuni punti fermi anche dovendo fare delle scelte societarie dolorose che mai avremmo voluto attuare –prosegue il patron dei rossoblù – Fin da maggio abbiamo fatto presente più volte a livello nazionale che tutto questo che stiamo vivendo poteva accadere e purtroppo è accaduto. Ancora una volta le società sono vittime di decisioni poco chiare che portano per me ad un rischio troppo elevato per la salute dei nostri atleti e delle loro famiglie, oltre che ad un dispendio economico per noi società a dir poco assurdo che costringerebbero più di qualche compagine societaria a trucchi sleali e rischiosi pur di presentarsi in campo. Saremo costretti all’espletamento dei test antigenici obbligatori che comunque non ci rendono alcuna certezza sul livello di sicurezza dei ragazzi che schieriamo in campo in quanto gli stessi tesserati della Chaminade non sono professionisti da poter chiudere nella famosa “bolla sportiva anti-Covid”. Un tampone fatto il giovedì non tutela e né garantisce l’immunità agli attori coinvolti sui campi nazionali nel weekend. L’ordine da parte della Divisione calcio a 5 di ripartire con i campionati di serie B e under 19, secondo l’aggiornamento assolutamente inadeguato sul protocollo sanitario da applicare per tornare in campo, ha rappresentato per il nostro club la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non è questo il campionato che ci piace, fatto di tamponi, sospetti continui tra società e tra persone, paure e scarsissimo entusiasmo e con zero pubblico. Siamo abituati agli abbracci, alla convivialità, fiducia l’uno nell’altro, pubblico rumoroso ed entusiasmo a mille! La tutela della salute in primis, della nostra casa e del nostro entusiasmo poi, non potrà passare per un campionato come quello che vediamo all’orizzonte. Con coerenza abbiamo deciso insieme a ogni componente del direttivo di chiedere chiarimenti alla Divisione circa la possibilità di fare un passo indietro rispetto alla continuazione della stagione sportiva o nell’impossibilità, di adoperarsi per mettere un paletto che garantisca un prosieguo di campionato SICURO! – chiude Scarnata – quest’ultima circostanza ci vedrà costretti ad un ridimensionamento dell’organico della squadra necessario per far fronte alle corpose risorse da destinare all’attuazione del protocollo in maniera seria e ci renderà vigili e severi verso la pretesa di applicazione scrupolosa dei protocolli da parte di tutti anche a costo di non iniziare le gare preordinate dal calendario. Gli ultimi comunicati della divisione ci lasciano davvero disorientati e ci lasciano pensare che forse chi li ha emessi è molto lontano da noi e dal nostro mondo. Auspico vivamente che questa nostra richiesta di chiarimenti possa sensibilizzare gli organi della Divisione ma anche altri colleghi e addetti ai lavori a valutare tutto, sperando che molte cose possano cambiare verso quello che ci piace, ricominciando in piena libertà sportiva con l’entusiasmo che ci ha sempre contraddistinto.
LA LETTERA
Spett.le
DIVISIONE CALCIO A 5
Alla Cortese attenzione del Commissario Giuseppe Caridi
e del Segretario Fabrizio Di Felice.
La Polisportiva Chaminade, militante nel campionato di Serie B Girone G, esprime tutta la sua titubanza relativamente alla
ripresa dei campionati di serie B e U19, cosi come pianificato nei comunicati recentemente pubblicati. La ripresa è stata
stabilita in un periodo in cui le disposizioni governative sembrano andare in tutt’altra direzione limitando al minimo lo
spostamento delle persone. E’ in programma addirittura un turno di campionato il 6 gennaio, senza considerare che in
quel giorno in tutta Italia è vietata la circolazione delle persone tra le regioni.
A garantire la sicurezza della ripresa è stato adottato dall’LND un protocollo di sicurezza di difficile, se non impossibile,
attuazione, sia dal punto di vista pratico che dal punto di vista economico.
Il protocollo prevede che si facciano tamponi tutte le settimane prima delle partite; la nostra squadra, come gran
parte delle altre squadre, è composta da ragazzi che non sono professionisti che studiano e lavorano e che sono
pertanto liberi di gestire il loro quotidiano senza controlli da parte della società, di conseguenza è ancor più
impossibile da parte delle società garantire la negatività certificata del gruppo squadra.
Dal punto di vista economico, il costo dei tamponi è ribaltato ad oggi tutto sulle società che non hanno sinora ricevuto
nessun contributo e neanche si ipotizza un contributo da parte della Divisione; parliamo di un costo che si aggira nella
nostra città tra i 35/40 euro a tampone, che moltiplicato per il numero di persone e per il numero di partite da giocare
raggiunge una cifra davvero impossibile da affrontare se sommato a tutte gli altri costi ordinari previsti per la stagione.
Da rilevare inoltre che il protocollo adottato prevede che “La responsabilità della raccolta del campione e del controllo dei
risultati dei Test dovrà essere del Medico Sociale o di un Medico addetto al Protocollo (MAP)”, in occasione delle gare le
Società, sia quella ospitante che quella ospitata, dovranno consegnare al DAP incaricato dei controlli sanitari di ciascuna
gara, la dichiarazione di aver ottemperato alle disposizioni sanitarie in esso contenute. Ad oggi non vi è ancora nessuna
indicazione da parte della divisione sulla procedura da applicare per lo svolgimento delle gare a garanzia del rispetto del
protocollo.
IL DPCM del 3 dicembre 2020 (art.1 comma 10, lett. E) consente lo svolgimento delle competizioni di livello agonistico
riconosciute di preminente interesse nazionale con provvedimento del CONI. Ad oggi il CONI non ha ancora pubblicato
(cosi come aveva fatto per il precedente DPCM) l’elenco delle competizioni di preminente interesse nazionale e il nostro
pensiero è che il campionato di serie B di calcio a 5 non sia una competizione di preminente interesse nazionale.
Tutto ciò premesso, la Polisportiva Chaminade chiede pertanto la possibilità di rinunciare ai campionati nazionali di calcio
a 5 senza che questa decisione comporti ammende troppo gravose e senza penalizzazioni per la matricola che portiamo
avanti con tanto onere e onore ormai da 21 anni, una matricola importante per il territorio locale con un settore giovanile
di rilievo e una scuola calcio Elite in pieno fermento.
Qualora tutto ciò non sia possibile continueremo la nostra attività chiedendo:
1. La ripresa delle attività dopo il termine di scadenza del DPCM in corso.
2. La sospensione del campionato U19.
3. Estrema chiarezza circa le regole che dimostrano la negatività del gruppo squadra, degli arbitri, dei commissari e di
tutte le persone che prendono parte alla gara attraverso una certificazione rilasciata da una Struttura Sanitaria
pubblica o privata con regolare autorizzazione regionale e non attraverso una autodichiarazione rilasciata da
ogni singola società.
In attesa di un Vostro cortese riscontro, cordialmente salutiamo.
Campobasso 08/12/2020
Polisportiva Chaminade
Il Presidente
Francesco Bossi