Sport e Coronavirus. Il Ministro Spadafora apre uno spiraglio: “Stiamo lavorando per far ripartire l’attività di base”
Sta prendendo concretezza l’idea di far ripartire i campionati regionali, alla stregua di quelli a carattere nazionale. L’apertura arriva dal Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. Decisiva anche la data del 5 febbraio, la LND non vuole farsi trovare impreparata.
Si vede un lumicino in fondo al tunnel. Il ministro Spadafora apre all’attività di base, con un contributo alle società per fare i tamponi 3 o 4 giorni prima della partita. In sostanza si sta aprendo la strada che permette alle società a carattere nazionale di poter proseguire l’attività agonistica. Queste le parole del Ministro: “Ci stiamo lavorando, è un’opzione sul piatto quella di dare un contributo per le spese sanitarie e i tamponi con il prossimo decreto ristori. Logicamente in presenza dei tamponi sarà possibile provare a far ripartire i campionati.” La data non è data da precisare, ma la LND non vuole farsi trovare impreparata, e il 5 marzo prenderà la decisione che va in questa direzione. Per il calcio di base si prevede un ritorno all’attività, che finora nessuno sperava più di riprendere, troppo tempo fermi, e si cominciava ad avere anche qualche insofferenza per la disparità di trattamento. Certamente, c’è la pressione del presidente Cosimo Sibilia, che in questo periodo non è stato mai fermo, la linea tracciata nel mese di dicembre, di far ripartire i campionati regionali, si è trasformato in un vero e proprio pressing sul Governo e in modo particolare sulla Commissione Tecnico Scientifica, che sembra aver recepito il pensiero del numero uno della LND che gestisce oltre un milione di tesserati, ragazzi da tenere a freno, non è una novità che le forze dell’ordine ogni tanto trovano ragazzi a fare partitelle tra loro. Più opportuno farli tornare all’attività agonistica in sicurezza. Nei prossimi giorni si saprà di più, ma intanto ci si accontenta della dichiarazione di Spadafora, anche lui alle prese di continui ‘assalti’ da parte di ragazzi che muoiono dalla voglia di tornare in movimento.