30 Maggio 2025

NON SOLO SPORT – Don Luigi Ciotti a Venafro: “Dall’ecosistema all’egosistema. Serve un noi per cambiare il mondo”

Al Castello Pandone un incontro intenso con il fondatore di Libera: dalla lotta alle mafie ai drammi sociali contemporanei, tra giovani, dipendenze, guerre e responsabilità collettiva.

VENAFRO. Don Luigi Ciotti non ha parlato solo di mafie. Il suo intervento al Castello Pandone di Venafro è stato un viaggio lucido e appassionato attraverso molte delle ferite aperte della società contemporanea: genocidi, guerre, legalità, giustizia sociale, lavoro, dipendenze, disagio giovanile, modelli tossici veicolati dai social media.

Dopo i saluti istituzionali del presidente dell’associazione culturale Noi Ci Siamo, Michele Pontone, e di don Alberto Conti, l’incontro ha subito assunto un tono profondo. Don Conti ha ricordato la prima relazione parlamentare antimafia del 1994, presieduta da Luciano Violante, che già segnalava il Molise come regione a rischio infiltrazioni, per la sua posizione strategica tra Campania e Puglia. Un pericolo che oggi, a distanza di anni, resta concreto. “Per le mafie non esistono isole felici” – ricordava Antonino Caponnetto, padre del pool antimafia.

Il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, ha confermato: “La mafia resiste e oggi punta soprattutto sui giovani.” Una preoccupazione ribadita anche da Don Luigi Ciotti nel corso del suo dialogo, moderato dall’avvocata Iulia Iemma.

All’ingresso nella sala, Don Ciotti ha salutato personalmente il pubblico e ha rivolto un pensiero speciale a Giulia, una bambina venafrana di terza elementare che lo ha accolto con la bandiera della pace e un ramoscello d’ulivo. “Grazie Giulia – ha detto – sei la più piccola qui, ma anche la più grande per il tuo gesto.”

Don Ciotti ha ricordato le sue radici associative: il Gruppo Abele, da cui è poi nata Libera, una rete che oggi rappresenta un grande “noi”. E proprio questo senso di collettività è stato il filo conduttore del suo intervento:

“Gli individualismi e gli egoismi stanno trasformando la nostra società. Stiamo passando dall’ecosistema all’egosistema. È solo attraverso la condivisione e l’unione delle forze che possiamo diventare una forza etica, culturale, sociale e politica, al servizio del bene comune.”

Una delle prime domande dell’incontro ha toccato il tema drammatico di Gaza e della guerra in Medio Oriente. Don Ciotti è stato netto:

“Le guerre attuali sono in mano a dei folli. Sono orrore ed errore. Alimentano povertà e disuguaglianze. Il problema più grande è l’assuefazione. Tutti parlano, nessuno interviene, nemmeno gli organismi preposti. Le grandi potenze sono guidate da personaggi più preoccupati della loro estetica che della loro etica.”

Il suo appello è stato chiaro: “Non possiamo essere equidistanti, ma dobbiamo essere ‘equivicini’ a chi crede nella pace.” Ha poi ricordato che anche in Italia ci sono stati genocidi: “La mafia non ha mai esitato a spazzare via la vita di tante persone, arrivando persino a sciogliere dei bambini nell’acido.”

Don Ciotti ha concluso con un’analisi amara ma lucida sullo stato della democrazia:

“Solo il 7,8% della popolazione mondiale vive in una democrazia vera. Il 39,4% vive sotto regimi autoritari o dittature. L’Italia? Fa parte delle democrazie imperfette. E qualcuno oggi ci propone anche il premierato…”

A chiudere l’incontro, un momento di intensa emozione: l’attore venafrano Gianni Di Chiaro ha letto La “Ninna nanna della guerra” di Trilussa. Un messaggio potente, che ha accompagnato l’uscita di Don Ciotti. ✍🏼Giu.Cri.

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