Carlo Tavecchio è morto, se ne va l’uomo che ha fatto grande la Lega Nazionale Dilettanti.
Il calcio dilettantistico deve tanto a Carlo Tavecchio, prima della sua presidenza la LND era poco considerata, possiamo affermare senza ombra di dubbio come la parte povera del calcio italiano. Con la lunga presidenza di Tavecchio, durata 14 anni, la LND è diventata la parte più importante all’interno della FIGC, aveva un grande peso specifico nella elezione del Presidente Federale. Il cambiamento ha portato beneficio nelle società dilettantistiche, e il CR Molise ha potuto avere la propria sede. Giancarlo Abete, attuale commissario della LND, nel ricordo sottolinea il grande lavoro svolto da Tavecchio a favore del calcio dilettantistico :” Ci mancherà il suo instancabile impegno per la Lega e per il calcio dilettantistico, un esempio che resterà incancellabile quanto a dedizione, entusiasmo e competenza, sempre al servizio delle Società e dei tesserati”.
LA SUA STORIA
Classe 1943, originario di Ponte Lambro, cittadina in provincia di Como della quale è stato Sindaco per quasi 20 anni e dove risiedeva con la propria famiglia, Tavecchio è stato una figura di lunghissimo corso nella storia del calcio italiano: fondatore della Pontelambrese, Consigliere del C.R. Lombardia dal 1987 al 1992, Vice Presidente della L.N.D. dal 1992 al 1996 e poi dal 1996 a capo del Comitato lombardo, ha legato indissolubilmente il proprio nome alla Presidenza della Lega Nazionale Dilettanti, carica ricoperta per quindici anni consecutivi (da maggio 1999 ad agosto 2014) prima di essere eletto Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio – della quale era stato Vice Presidente dal 2007 al 2009 e successivamente Vicario – guidandola fino a Novembre 2017.
Per molti anni membro della Commissione U.E.F.A. per il Calcio Dilettantistico e Giovanile, è stato anche Commissario della Lega Nazionale Professionisti di Serie A e amministratore di LND Servizi e LND Immobili srl. Dal 9 Gennaio 2021 un ritorno alle origini dirigenziali con l’elezione alla Presidenza del Comitato Regionale Lombardia che aveva guidato fino al 1999.