APPRODA IN COMMISSIONE FINANZE ALLA CAMERA IL DDL DI INIZIATIVA POPOLARE PER TAGLIARE L’IVA SUI PRODOTTI PER L’IGIENE FEMMINILE E LA PRIMA INFANZIA, RIDUCENDO LE DOTAZIONI AL PARLAMENTO

Martedì 1° luglio il disegno di legge di iniziativa popolare dal titolo «Modifiche alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernenti la riduzione
dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto relativa ai prodotti per l’igiene femminile e ad alcuni
prodotti per la prima infanzia» è approdato alla VI Commissione Finanze della Camera.
Il provvedimento è sostenuto da quasi 70.000 firme raccolte in meno di tre mesi, con un dato
particolarmente significativo: l’80% dei firmatari ha meno di 28 anni, mentre l’età media del gruppo proponente si attesta sui 23 anni.
Grande la soddisfazione dell’associazione Giovani&Futuro, promotrice dell’iniziativa, che per voce del suo Presidente nazionale e primo firmatario, Luca Frescura, 23 anni, auspica un voto favorevole da parte dei deputati: «siamo orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato grazie al sostegno di migliaia
di cittadini che, da nord a sud, hanno creduto nella nostra proposta e appoggiato un’associazione
composta da giovani amministratori, rappresentanti degli studenti, ragazze e ragazzi impegnati nella
società civile. Da quasi tre anni lavoriamo sul territorio nazionale, cercando di superare gli steccati
ideologici per concentrarci sui problemi reali di tutti i giorni», dichiara Frescura.
«Dopo la riduzione dell’IVA sulle opere d’arte, molti deputati di opposizione hanno criticato il
Governo, evidenziando l’elevata tassazione su assorbenti e prodotti per la prima infanzia: da loro ci aspettiamo, quindi, un voto favorevole. Così come dai partiti di maggioranza, che spesso parlano di natalità e sostegno alle famiglie: questa sarebbe un’ottima occasione per passare dalle parole ai fatti».Il costo stimato per la misura è di circa 180 milioni di euro, che i promotori chiedono di coprire riducendo le dotazioni di Camera e Senato. «Abbiamo scoperto che le dotazioni alle due Camere sono rimaste invariate nonostante la riduzione del numero dei parlamentari. Si parla di oltre un miliardo e mezzo di euro: una presa in giro per gli elettori che hanno votato il taglio. Il Parlamento ha meno membri, ma i cittadini non hanno visto un
euro di risparmio. A chi dice che questa misura farà risparmiare poco, rispondo che anche pochi euro — che secondo alcune stime potrebbero superare i 250 euro annui a famiglia — stanno meglio nelle tasche degli italiani piuttosto che in quelle del Parlamento. Non è populismo, è semplicemente
mettere le persone al centro: questa è la nostra missione. Le discussioni ideologiche le lasciamo fare a quelli bravi: noi vogliamo provare a risolvere, nel nostro piccolo, i problemi quotidiani», conclude
Frescura.
